Il viaggio di Nerina- Anche zia Racheluccia fu un'infame!... .
Il racconto di zia Rocca
Zia Rocca mi confessò subito che non avrebbe potuto esaudire
tutte le mie domande, tuttavia, con uno sguardo sorprendentemente intenso e la voce tranquilla, continuò:
<<La separazione dei tuoi genitori è avvenuta qualche anno dopo (Annella ha resistito per oltre un anno in quella casa così avvelenata), ma si è consolidata in seguito ad un processo in tribunale in cui si presentarono soltanto tuo padre e tutta la sua tribù; mancava Annella, quella che lui aveva querelato con l'accusa di adulterio.
Lei era rappresentata da un legale d'ufficio e fu assolta con
formula piena perché fu riconosciuta innocente.
Arturo non aveva nessuna prova concreta per avallare le sue
accuse: né un testimone, né le famose analisi del sangue, né
altro, ma non si convinse e, ancora oggi, inveisce contro i giudici e recita la parte della vittima....
Per quanto mi riguarda, stavo benissimo qua, con la mia famiglia, ma non ero tranquilla perché sapevo che mia sorella stava soffrendo così tanto.
Intanto, nel '65, a Casalnuovo, zia Racheluccia, alla bella età di cinuant'anni, aveva trovato un uomo che la voleva sposare. Per lei il matrimonio era stato un'antica aspirazione che non era mai riuscita a realizzare ed ora, la possibilità di potersi maritare sia pure a tarda età, la rendeva felice.
Progettò, col suo uomo, di vendere la casa paterna per acquistarne un'altra, a Lucera, dove avrebbero vissuto. Si accorse, però, che se non fosse riuscita a coinvolgere nell'affare anche me e mia sorella, non avrebbe mai potuto venderla perché la proprietà era ancora indivisa. Siccome aveva bisogno di molto denaro, per realizzare i suoi sogni, pensò di terrorizzare Annella con la richiesta di una certa somma di denaro, a titolo di rimborso spese per certe tasse che, fino ad allora, aveva pagato lei.
Voleva indurla a vendere la casa per pagarle i presunti debiti.... In realtà zia Racheluccia, oltre a pagare le tasse,
avrebbe dovuto pagare anche un po' d'affitto sia a mia sorella
che a me, perché era stata lei che, per tanti anni, aveva vissuto nella nostra casa ed aveva raccolto i frutti dei nostri
terreni....Ma la povera mamma tua, quando si accorse che anche
la sua unica zia le voleva tanto male, rispose disperata con tre righi:
"Non voglio né casa, né terreni. Tieniteli come hai sempre
fatto e non mi cercare più perché non avrai risposta. “
Di tutto questo, però, nessuno mi disse nulla, lo scoprii dopo,
da sola, quando ormai era troppo tardi...
A me dispiaceva vendere quella casa, ma sapevo che mia sorella
aveva bisogno di soldi per risolvere, almeno in parte, i suoi
problemi e firmai un atto di compromesso in cui m'impegnavo a
convincere anche Annella alla vendita. Per questo spedii una lettera a tua madre in cui le spiegavo ogni cosa, ma siccome ero
ospite di zia Racheluccia sulla busta scrissi il suo indirizzo, e fu un gravissimo errore.....
Non capii il motivo per cui mia sorella, appena lesse quell'indirizzo sulla mia lettera, nemmeno l'aprì: la respinse al mittente e non riuscii più a rintracciarla. Mi recai personalmente
a Torino, chiesi di lei a tutti, girai dappertutto, ma nessuno sapeva nulla, nessuno parlava......
La casa fu venduta ugualmente perché il notaio disse:
"Ognuno può vendere il suo mattone; quando rintraccerete l'altra erede faremo un altro atto di vendita."
Così l'acquirente ebbe tutto l'immobile senza aver mai pagato la
quota che spettava alla tua mamma....
Per ironia della sorte nemmeno zia Racheluccia riuscì a realizzare i suoi sogni, perché i soldi incassati non le bastarono per acquistare una casa a Lucera e quel bellimbusto che l'aveva illusa la lasciò. Per lei fu un colpo durissimo perché aveva creduto ciecamente in quell'uomo ed ora si ritrovava senza né marito né casa.....
Era trascorsa meno di una settimana da quell'atto di vendita quando, una mattina, un'amica la trovò dietro l'uscio che, con
uno sforzo estremo, lei stessa era riuscita ad aprire prima di cadere.
Fu ricoverata d'urgenza, ma due punture lombali aggravarono la
sua situazione e rimase paralizzata. Nel frattempo ricevetti una
telefonata ed accorsi subito.
La trovai in fin di vita, o almeno così mi dissero i medici, perché in realtà vive ancora, anche se in pessime condizioni di salute.
Zia Racheluccia si rese conto, comunque, che la vita per lei era
finita, e fece un testamento in cui mi nominò erede universale.
Come ho già detto non morì, però, essendo paralizzata, aveva
bisogno di molta assistenza. Portai lei ed i suoi mobili a casa
mia, ma presto fui costretta a ricoverarla in una casa di cura
per anziani, perché non mi sentivo la forza fisica per accudirla personalmente. Così, riuscii anche a trovare la quiete
necessaria per rovistare fra le sue carte alla ricerca di
numerosi documenti e fotografie dei nostri antenati che aveva
custodito lei. Trovai, fra tante altre cose, diverse lettere, tra cui anche quella di Annella, che conservo ancora....
Fu così che scoprii l'inganno....
Le parole di mia sorella mi suonavano tragiche, disperate e temetti un qualche gesto folle... Temetti il peggio, ma non mi
arresi: volevo ritrovarla a tutti i costi per chiarire la situazione e farle riscuotere la sua parte di eredità.
Per circa due anni le mie ricerche furono vane, poi mi recai dai
carabinieri di Casalnuovo e spiegai per bene tutta la situazione. Essi mi diedero un indirizzo: l'avevano trovato su una lettera che lei stessa aveva inviato ad Arturo per informarlo di
aver partorito un maschietto in un paesino della provoncia di
Norimberga.... Questa notizia in parte mi tranquillizzò perché
significava che la situazione si era evoluta in modo meno tragico di quanto avevo temuto: pensai che i figli sono sempre una
grazia di Dio, che anche tu fossi in Germania con lei e che,
tutto sommato, Annella fosse riuscita a risolvere la sua
situazione formandosi un'altra famiglia.... Quanto al fatto che di ogni cosa si era premurata di informare l'ex-marito, conoscendo lei e tutta la situazione, pensai che, forse, in realtà, lei, con quella lettera, voleva dirgli:
”Vedi? Quando le corna te le ho fatte per davvero, cambiando semenza, il maschietto è arrivato... Eri tu che mi facevi figliare solo femmine!”
In ogni caso, per quanto strana fosse la cosa, un po' mi tranquillizzai ed ero contenta del fatto che avevo trovato una traccia di lei.
Purtoppo, anche quell'indirizzo risultò sbagliato proprio perché l'aveva scritto Annella che è semi-analfabeta: non sa scrivere in italiano si può immaginare in tedesco!....
….............................. continua …...........................