Brindisi, aperto procedimento disciplinare per 4 infermieri “no vax”. La Asl mette nel mirino altri 131 operatori sanitari non vaccinati
L'Azienda sanitaria sta valutando anche la posizione di altri 87 infermieri, 34 medici, 14 operatori sanitari, 11 tra medici di base e pediatri, 6 specialisti convenzionati
29 Marzo 2021
Via ai procedimenti disciplinari per i “no vax” in camice in forza alla Asl di Brindisi. Al momento si tratta di 4 infermieri, ma dai conti fatti e dagli elenchi consultati, gli operatori sanitari a rischio punizione sono in tutto 135 su un totale di 264 dipendenti non vaccinati, amministrativi inclusi.
I 4 infermieri per cui la direzione generale ha deciso di passare alle vie di fatto sarebbero gli unici ad aver dichiarato l’intento di sottrarsi al piano previsto per gli ospedalieri. Sugli altri ci sono accertamenti in corso.
Che vi fosse intenzione di usare il pugno duro, insomma, era stato già chiarito nei giorni scorsi, anche dal dg Giuseppe Pasqualone, che aveva annunciato provvedimenti con duplice funzione: ammonire i “no vax” convinti e indurre gli altri a presentarsi nell’ambulatorio competente, quello del servizio di Igiene e Sanità Pubblica, per ricevere la dose e consentire così il completamento della campagna dedicata al personale sanitario.
Il 19 marzo c’erano 400 operatori non vaccinati, su un totale di 4mila destinatari. Il numero si è dimezzato, ma la problematica è rimasta immutata e la posizione della Asl pure, nonostante le iniziali proteste dei sindacati che ritenevano che fosse illegittima perfino la decisione di costringere a casa, in ferie, quanti non avessero risposto alle direttive del Servizio sanitario nazionale.
Restano “in vacanza” quanti non hanno ancora chiarito la propria posizione, sebbene si apprende che potranno ritornare in servizio anche soltanto a seguito di una manifestazione di intenti. Si valuta se disporre eventuali trasferimenti in reparti meno esposti, pur nella consapevolezza che è difficile reperirne, in un momento di emergenza pandemica.
Quanto ai procedimenti disciplinari, l’iter è avviato e sarà quello previsto dalle norme. Non si sa quale possa essere l’eventuale sanzione comminata, sarà deciso a conclusione di un procedimento in contraddittorio nel corso del quale i diretti interessati avranno facoltà di chiarire le proprie opinioni e le conseguenti scelte fatte. Si sa che in molti, fra i presunti “inadempienti” si stanno affrettando a comunicare il proprio assenso all’iniezione. Qualcuno non lo ha ancora fatto. Tutti, però, rischiano grosso: la sanzione disciplinare può avere conseguenze sulla carriera, oltre che sullo stipendio. E può, in taluni casi, portare al licenziamento.
Da qui l’appello: “Chiediamo a tutti i professionisti iscritti ai nostri ordini di vaccinarsi al più presto. Qualunque obiezione non giustificata da motivi medici, non solo è assolutamente contraria ai principi deontologici, con ovvie e immediate conseguenze, ma rappresenta un modo fortemente scorretto di rapportarsi a cittadini e pazienti in un processo di cura, un atteggiamento indegno della memoria di tanti professionisti che in questa pandemia hanno donato la vita per affermare una professione di vita”.
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